Sintesi

Cicerone (106 – 43 a. C.) trascrive e rielabora i discorsi tenuti tre anni prima di fronte al Senato e all’assemblea popolare. Le sue orazioni diventano quindi un buon modello di oratoria per i giovani che si affacciano alla vita pubblica. Catilina viene descritto come una figura emblematica, in grado di corrompere i gio hovani e perfino le donne. Tra i suoi seguaci ci sono i peggiori furfanti di Roma. O tempora! O mores!

Sallustio (86 – 35 a. c.), invece, si era ritirato dalla vita politica dedicandosi alla storiografia, anche se nella sua attività letteraria mette l’impegno civile al primo posto. Decise di raccontare la congiura di Catilina, di cui era stato testimone oculare, per indagare “con la maggior esattezza possibile” (quam verissume potero) le cause della vicenda. Quel piano delittuoso non aveva precedenti nella storia di Roma e rappresentava un pericolo grave che minacciava lo Stato fin dalle sue fondamenta. Allo stesso tempo era anche un exemplum della decadenza dei costumi e dello sfaldamento politico e morale che ormai dilagava. Il giudizio che esprime sulla congiura è di condanna, ma il suo è un giudizio più etico che politico

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