Titolo progetto: Filosofia e cinema: analisi di un rapporto a partire da Gilles Deleuze

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Estratto dal webinar tenuto in qualità di relatore  il giorno 5 Luglio 2021 presso l’Università Telematica Unimarconi

Nel contesto generale di una cultura audiovisiva contemporanea funzionante nel modo da Deleuze descritto all’interno di Cinema 1.

L’immagine-movimento e Cinema 2 . L’immagine-tempo, l’attività di ricerca relativa alla tesi di dottorato dal titolo “Filosofia e cinema: analisi di un rapporto a partire da Gilles Deleuze”, presenta la possibilità di vedere nel mezzo cinematografico uno strumento filosofico capace di stimolare il pensiero e la riflessione, creando “concetti” che si esprimono attraverso un codice comunicativo diverso dalla parola: l’immagine.

L’elaborato è stato suddiviso in due sezioni: la prima di carattere teorico e la seconda di carattere pratico.  La parte teorica ripercorre i momenti fondamentali della scrittura di Deleuze, dagli esordi fino alle opere della maturità, in particolare i volumi sul cinema, dove gran parte dell’apparato concettuale deleuziano conosce il suo momento di maggiore splendore grazie anche alla natura multimediale del dispositivo cinematografico stesso.   La parte pratica costituisce invece l’applicativo delle tassonomie filosofico-semiotiche di Deleuze ad una produzione filmica contemporanea scelta sulla base di un criterio di fondo: cinema orientato al pensiero e dunque costitutivamente estraneo alle ragioni dell’industria cinematografica e dello spettacolo.

La sezione teorica delinea il passaggio da un paradigma ancora coniugato “filosofia del cinema”, nel descrivere la relazione tra cinema e filosofia, ad una dimensione di “cinepensiero” tale per cui, il cinema stesso sembra proporsi come “la filosofia” del XXI° secolo, rispondendo idealmente alla sfida che Henri Bergson lanciava alla filosofia del futuro.  Fondamentale, in questo primo segmento di lavoro, è stata, da un lato, la collocazione di Deleuze, figura filosofica contemporanea, nel contesto delle teorie filmiche che sono poi confluite nell’estetica cinematografica, promuovendo così il cinema da strumento tecnico ad arte e, dall’altro, il focus sul background filosofico e relativo apprendistato deleuziano.  

Per l’estetica cinematografica, il testo di riferimento del progetto è Filosofia del Cinema di Daniela Angelucci,[1]laddove per il pensiero di Deleuze si rimanda a due libri fondamentali di Rocco Ronchi: Gilles Deleuze[2] e Il canone minore. Verso una filosofia della natura[3].  Il secondo disegna una perfetta cornice all’interno della quale inserire il pensiero dell’immanenza assoluta, tratto distintivo della filosofia deleuziana ed è pertanto funzionale al primo scritto, dedicato esclusivamente a Deleuze, aggiungendo a tal proposito i contributi critici di Paola Marrati[4], Daniel Rodowick[5] e Daniela Angelucci riguardo Deleuze nello specifico dei concetti del cinema[6].

E’ difatti essenziale ricordare la sintonia di Deleuze con quella linea di pensiero immanentista che, subordinando il paradigma dell’eccezione umana, ha scelto una naturalizzazione dell’uomo, recuperando così anche un proficuo dialogo con la scienza.  Questa filosofia non vuole certo negare l’intenzionalità della coscienza, ma piuttosto chiedersi se si possa risalire alla “condizione di possibilità” di questa coscienza, la quale, essendo cosciente di sé, è di fatto un’autocoscienza.  E’ proprio questo risalire alla radice di tale possibilità che l’uomo, sganciato da una visione prettamente umana, potrà finalmente tornare alla natura come parte di essa. 

Questo è in fondo lo stesso spirito che anima il dittico cinematografico nel quale Deleuze articola le sue tassonomie filmiche, rifacendosi al pensiero di Bergson e di Peirce per la semiotica, convinto del profondo parallelismo che lega i meccanismi di funzionamento della coscienza e il flusso delle immagini cinematografiche, passando per le tre categorie faneroscopiche dell’essere proposte dalla semiotica peirciana.   Cinema 1 e Cinema 2 sono opere filosofiche perché è il cinema in sé ad essere una pratica di concetti, mostrando cioè, come da un tempo rappresentato (Cinema 1) poiché normalizzato dal montaggio (film), sia possibile risalire la china dell’esperienza per cogliere il tempo come durata creatrice (cinema) alla maniera di Bergson (Cinema 2), il tempo in persona, la coscienza che esiste dovunque sussista una continuità del passato nel presente.

Si è poi cercato, seguendo la metodologia deleuziana che risente dell’influenza del metodo genealogico di Nietzsche, di dedurre, a partire dalle immagini filmiche della seconda sezione, delle tassonomie cinematografiche compatibili, nel loro funzionamento, con la filosofia del cinepensiero portata avanti da Deleuze.  In particolare è stata attenzionata una produzione filmica nazionale (Marco Bellocchio, Alex Infascelli, Gianfranco Rosi, Mimmo Calopresti, Paolo Sorrentino, etc), occidentale (Lars von Trier, Terrence Malick, Sara Adina Smith, Claire Denis, Charlie Kaufman, Joel e Ethan Coen, etc) e mondiale (Jafar Panahi, Nadine Labaki, Deepa Mehta, etc.) ivi incluso il cinema orientale: Cina, Corea e soprattutto Giappone dove la cinematografia riflette in fondo una cultura che è già orientata all’immanenza ed è sostanzialmente basata su un delicato sistema di relazioni nel tutto che si esprime poi attraverso un nobile atteggiamento di rispetto e di compassione profonda verso ogni ente.

In conclusione, il seguente progetto, nella piena consapevolezza che le analisi filmiche deleuziane riguardano una produzione cinematografica di ineguagliabile valore, si prefigge, con un doveroso atto di umiltà verso il cinema da Deleuze studiato, di evidenziare e confermare, comunque, la filosoficità intrinseca del mezzo cinematografico stesso e come addirittura il cinema sia in sé un Evento poiché è indubbia la sua spiccata capacità trasformativa di cose e persone, se solo si pensa ai vari ambiti che hanno fortemente risentito dell’influenza del cinema, i media in modo particolare, spiegando altresì l’adozione di un criterio di bibliografia tematica per il progetto, data la considerevole mole di materiale in esso confluita e proveniente da campi del sapere alquanto eterogenei.

Sotto questo aspetto si potrebbe affermare che il cinema non ha ancora esaurito la sua spinta trasformatrice interna e che molti processi siano dunque ancora in atto nella cultura visiva e perciò pronti ad essere studiati, esaminati e analizzati in un contesto multidisciplinare, ricordando sempre che la filosofia ha il compito di “pensare” i concetti, godendo forse di quella libertà che altri rami del sapere non hanno, dovendo rimanere fedeli allo specifico ambito di realtà che studiano.  In tale ottica è importante riscoprire Deleuze e la sua grande lezione: credere nel reale e interrogarsi sulle “possibilità” che ha la filosofia di “cominciare”, senza mai dimenticare che il pensiero filosofico appartiene a una dimensione “non umana” ma bensì “oltre-umana”.  La sperimentazione cinematografica, del resto, vive proprio di questa oltre-umanità.

 

Note

[1] D. Angelucci, Filosofia del cinema, Carocci, Roma, 2014.

[2] R. Ronchi, Gilles Deleuze, Feltrinelli, Milano, 2015.

[3] R. Ronchi, Il canone minore, verso una filosofia della natura, Feltrinelli, Milano, 2017.

[4] P. Marrati, Cinema and Philosophy, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 2008.

[5] D. N. Rodowick, Gilles Deleuzes’s Time Machine, Durham and London, Duke University Press, 1997.

[6] D. Angelucci, Deleuze e i concetti del cinema, Quodlibet Studio, Macerta, 2012.

Parole chiave e aree tematiche

Semiotica e immagini cinematografiche, spazio e tempo, ontologia, reale, virtuale, immaginario, Bergson, Deleuze, filosofia dell’immanenza, fisica e filosofia, relatività, meccanica quantistica, filosofia e matematica.

Attività divulgativa legata al progetto

Rilevanza filosofica e semiotica del primo piano cinematografico

Data: 5 Luglio 2021 
Ateneo: Università degli Studi di Roma “Guglielmo Marconi”

Relatore: Chiara Bellucci

Discussant: Professoressa Daniela Angelucci, Estetica, Università di Roma Tre, M-FIL/04.

Moderatrici: Professoressa Sara Fortuna, Teoria dei linguaggi e Filosofia del linguaggio (M-FIL/05) e Storia dell’estetica (M-FIL/04), presso l’Università degli studi di Roma “Guglielmo Marconi”,  Professoressa Viviana Rubichi,  Storia dell’arte contemporanea (L/ART-03), presso l’Università degli studi di Roma “Guglielmo Marconi”.

In corso di pubblicazione

Rilevanza filosofica e semiotica del primo piano cinematografico, articolo in corso di pubblicazione per il 2022 su Areté, Internationa Journal of Philosophy, Human and Social Sciences.

Precedenti pubblicazioni interne all’ateneo

Gilles Deleuze and time-images in modern cinemaGMU Magazine, June/July 2019.

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Chiara Bellucci

Humanities - Divulgazione digitale nasce da un'idea di Chiara Bellucci, Dottorato di ricerca in Scienze Umanistiche con valutazione finale: ottimo.
Completano il profilo professionale i 24 CFU richiesti per l'insegnamento di cui 12 crediti formativi conseguiti presso l'Università Telematica Internazionale Uninettuno:
- Psicotecnologie: 6 crediti (Votazione 30 )
- Metodi della ricerca sulla comunicazione 6 crediti (Votazione: 30 e Lode)